Dipendenza affettiva: quando bisogna chiedere aiuto
La dipendenza affettiva è una condizione patologica di annullamento personale verso il partner. Si tratta di una patologia definita relazionale e che presenta la medesima sintomatologia di qualsiasi altra dipendenza. In essa infatti sussistono i concetti di piacere, tolleranza, astinenza e perdita di controllo. Non è facile diagnosticare la presenza di una dipendenza affettiva nella coppia perché i meccanismi di manipolazione possono diventare complessi e difficili da portare alla luce, al di fuori della coppia. In alcune circostanze è il partner oggetto della dipendenza a reagire allo stato patologico di rapporto ma non tutti i casi possono essere trattati allo stesso modo.
Come riconoscere la dipendenza affettiva
Che riguardi voi o il partner, quando ci si trova immersi in una dipendenza affettiva, può essere utile imparare a riconoscere i sintomi. Il partner dipendente, infatti, prova piacere e benessere in presenza della sua dipendenza ma vive stati di ansia e depressione quando questa è lontana. Il partner dipendente non cura i suoi interessi, non pratica alcuna attività e non coltiva amicizie. Esso vive in completa dipendenza del partner e può provare gelosie molto forti che scatenano irascibilità incontrollabile.
Cosa distingue la dipendenza affettiva dall’attaccamento fisiologico?
Sappiamo bene come il primo periodo di frequentazione con un partner sia contraddistinto da passione e attaccamento che tende a svanire con la maturità del rapporto. In questa fase, infatti, la coppia sana tende naturalmente a sviluppare una indipendenza reciproca che non è da confondere con un calo di interesse. Quando questo non si verifica uno dei due partner potrebbe iniziare a non accettare il fisiologico distacco. La patologia non è reciproca e non è corrisposta. Essa si sviluppa attraverso possessività mascherata da un genuino sentimento di amore che giustificherebbe le anomalie di comportamento.
Le cause e le conseguenze
Potrebbe essere originata da cause biologiche per via della dopamina, neurotrasmettitore che rilascia i meccanismi di ricompensa. La molecola, infatti, si attiva ogni volta che l’oggetto della dipendenza è fisicamente presente e rilascia così benessere. Potrebbe anche derivare da traumi e problemi passati verificatisi in famiglia o con soggetti che hanno causato delusione e dolore. Ciò che è rilevante è che essa non sia considerata un disturbo psicologico ma, bensì, come una vera e propria dipendenza. Le conseguenze di questo disturbo possono esplodere in manifestazioni di violenza, depressione ed autolesionismo.
Come si interviene in caso di dipendenza affettiva?
Le terapie consigliate sono di tipo psicologico-cognitivo e farmacologico. La terapia è rivolta a centrare le radici del trauma assieme alla somministrazione di farmaci che intervengono sugli stati depressivi o psicologicamente patologici. La terapia è orientata a lavorare su quelle che sono le più grandi paure di chi soffre di dipendenza affettiva, ovvero il timore di abbandono e solitudine. La cura, quindi, lavora incessantemente sulla ricostruzione dell’indipendenza del soggetto e sullo sviluppo delle normali attività di un soggetto sano che ha interessi, pratica attività e coltiva amicizia.
Da questo disturbo si può guarire. Dalle conseguenze che può portare, invece, no. Parlarne e trovare una soluzione è la miglior soluzione.